Cos’è il copyright e cosa disciplina: ecco quello che c’è da sapere
Cos’è il copyright? Questa è una delle domande più frequenti fra gli studenti di diritto e non solo: la materia è estremamente complessa e tocca una serie di ambiti diversi, da esaminare con attenzione.
In Italia, per copyright intendiamo designare il concetto di diritto d’autore dei paesi di common law, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dal quale però differisce, sotto vari aspetti.
Il termine viene però internazionalmente usato anche per indicare anche la normativa sul diritto d’autore degli ordinamenti non di derivazione anglosassone. Il suo simbolo è ©, ma può essere indicato anche con la lettera C fra parentesi.
Ma vediamo ora, concretamente, la definizione di copyright e quali sono le disposizioni normative che regolano questo concetto, nel nostro Paese e non solo.
Quello che devi sapere su copyright e diritto d’autore
Spesso, nella nostra vita quotidiana, ci imbattiamo nel concetto di copyright. Si tratta di un concetto che ha origine nell’Inghilterra del XVI secolo, con l’obiettivo di controllare le opere pubblicate nel territorio. In questa guida dell’Università Niccolò Cusano parleremo proprio di cos’è il copyright e della legislazione in materia, oltre ad un percorso di studi utile per approfondire tutto questo.
Se sei pronto, iniziamo subito.
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Copyright: una definizione
La prima domanda a cui vogliamo rispondere in questa guida è: cos’è il copyright? Il copyright fa riferimento al sistema di normative afferenti al diritto d’autore a tutela della paternità e dello sfruttamento commerciale di opere di carattere creativo.
Come abbiamo accennato, questo concetto affonda le sue radici nell’Inghilterra del XVI secolo, quando la monarchia inglese emanò i primi provvedimenti in materia. Ciò si rese necessario perché la stampa permetteva di stampare numerose copie di un’opera, rischiando di tralasciare i diritti propri dell’editore.
Con lo Statuto della Regina Anna del 1709, l’Inghilterra introdusse il concetto moderno di copyright, garantendo – allo stampatore di un’opera – una protezione legale della durata di 14 anni.
C’è una differenza di base, infatti, tra il concetto di copyright anglosassone e quello francese (e anche italiano): nel primo caso, il copyright è inteso nell’accezione di diritto patrimoniale; nel secondo si mette al centro la persona, dunque l’autore dell’opera.
Per fare chiarezza:
- Il copyright nei sistemi anglosassoni nasce con il deposito dell’opera all’Ufficio Copyright;
- Il diritto d’autore si acquista con la semplice creazione dell’opera, espressione del lavoro intellettuale, senza che sia necessario alcun deposito formale dell’opera.
Cosa tutela il copyright e come funziona
In Italia, il diritto d’autore è un istituto che tutela le opere di carattere creativo.
Ma che cosa intendiamo, nello specifico, per opere di carattere creativo? Sulla base dell’art 1 LA (Legge sul diritto d’Autore) le opere dell’ingegno di carattere creativo appartengono a:
- Letteratura
- Musica
- Arti figurative
- Architettura
- Teatro
- Cinematografia
È bene sottolineare che l’elenco previsto dall’art. 1 LA è considerato esemplificativo: ne consegue che la protezione sia da considerarsi estendibile anche ad opere diverse da quelle espressamente indicate.
Come si ottiene il diritto d’autore
Nel nostro Paese, per ottenere il diritto d’autore, non serve depositare l’opera, come accade ad esempio con il deposito dei brevetti o dei marchi. Per avere la paternità di un’opera, è necessario dimostrare di esserne gli autori e di avere creato l’opera prima di altri.
Per facilitare questa operazione, è consigliabile un deposito dell’opera presso un ente che ne certifichi la data: generalmente, in Italia, questo ruolo è assunto dalla SIAE, che rilascia un attestato di deposito, ma che non vigila sulle eventuali violazioni.
Tutele
Attraverso il copyright, l’autore detiene il diritto esclusivo di utilizzare l’opera e può autorizzarne o rifiutarne la riproduzione, la distribuzione, l’esecuzione o la rappresentazione.
Da qui ne consegue che, in assenza di consenso da parte dell’autore, non è possibile appropriarsi di un’opera o sfruttarne i diritti, anche se l’opera è presente su canali di comunicazione come Internet.
In caso di violazione del diritto d’autore, sono previste diverse sanzioni, sia civili che penali, che variano a seconda della violazione commessa. Tali sanzioni possono inasprirsi se chi utilizza l’opera senza aver ottenuto il consenso dell’autore, lo fa a scopo di lucro.
Quanto dura il diritto d’autore
Secondo l’art. 25 LA, il diritto di utilizzazione economica dell’opera ha una durata pari a tutta la vita dell’autore e fino a settanta anni dopo la sua morte. Decorsi questi termini, le opere diventano di “pubblico dominio” per cui si possono pubblicare liberamente le opere di autori che siano deceduti da più di settanta anni.
Utilizzi senza consenso delle opere
Ci sono dei casi in cui è possibile utilizzare opere protette dal diritto d’autore senza richiedere il consenso. Parliamo, ad esempio, di:
- Riassunto
- Citazione
- Riproduzione di brani o di parti di opera se effettuati per uso di critica o di discussione, oppure per fini di insegnamento, sempre che non vi sia un fine commerciale;
- Immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico, sempre se non vi è scopo di lucro.
Studiare il diritto d’autore all’Unicusano
Ora che abbiamo visto cos’è il copyright e come funziona, vediamo quali sono i percorsi di studio in cui questa tematica viene affrontata con diverse chiavi di lettura.
Devi sapere che il diritto d’autore si applica anche alle opere di carattere digitale. Il Master I Livello in Sicurezza delle reti informatiche riprende questo concetto nel suo piano di studi, approfondendo nel dettaglio l’applicazione del diritto d’autore nelle opere digitali.
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Su cos’è il copyright e sulla sua funzione abbiamo detto proprio tutto, per oggi: per iscriverti al nostro Master, compila il form o chiama il numero verde 800.98.73.73